Prova in Mare pinne Cressi Thor
Pinna innovativa con effetto “cucchiaio” perfetta per tutti i tipi di immersione. Thor è una tra le figure apocalittiche più importanti della Mitologia Nordica, il Dio del tuono, era potente, magnifico, quando lanciava il suo martello si sentiva un gran boato, seguito da un lampo abbagliante e il martello gli ritornava in mano. In virtù di questo “ritorno” non ci poteva essere nome più consono per le nuove pinne prodotte dalla Cressi: THOR! Le Thor sono pinne innovative che racchiude uno studio sulla dinamica dei fluidi affinché un ritorno e una flessione specifica della pala che converta l’energia in propulsione. Provare una pinna non è mai facile, ci sono molte varianti (peso, altezza, massa muscolare) ed è strettamente collegata alle preferenze personali di ogni subacqueo; quando la redazione mi ha proposto di provare e scrivere le mie impressioni sulla nuova pinna Cressi ho pensato che per avere un’opinione plausibile a diverse tipologie di subacqueo, sarebbe stato utile che non solo io la testassi durante l’immersione, ma che coinvolgessi altri subacquei con caratteristiche e corporature diverse dalle mie in modo che alla fine, confrontando le nostre percezioni, venisse fuori una sorta di prova comparativa estremamente efficace e veritiera. Hanno collaborato con me: Natalia, Piero e Fabio, e come location, una intera settimana di immersioni a Sharm el Sheikh in compagnia di scuba dreamer e dei subacquei Clandestini.
La pinna si presenta con un design molto moderno, quelle in nostro possesso sono della colorazione nero grigio e blu per il modello da uomo e nero bianco e rosa per quello da donna, esiste un ulteriore colore nero e giallo presente a catalogo. Per dovere di cronaca diciamo subito che esistono due modelli di Thor: quelle classiche utilizzate durante le nostra prova e le Thor EBS il cui acronimo indica un cinturino elastico progettato da Cressi per soddisfare le richieste dei subacquei più esigenti. Come detto quelle in nostro possesso non dispongono dell’ EBS ma del classico cinghiolo regolabile Cressi in gomma di ampie dimensioni che dispone di una parte saldamente ancorata al corpo della scarpetta ma con possibilità di basculare in alto e in basso. L’attacco rapido tipo fastek si sgancia totalmente con una semplice pressione laterale, possibile anche con i guanti indossati, tuttavia non vi è necessità di sganciare il cinghiolo poiché è sufficiente schiacciare il corpo centrale dove si trova il marchio Cressi per allentare il fermo e rendere possibile lo scorrimento libero, sia in fase di rilascio che di trazione una volta posizionata la pinna.
Dalla diversità di colore e consistenza delle parti, è facile capire immediatamente che i tecnici hanno utilizzato diversi polimeri per ottenere la dinamica necessaria al progetto ossia quella capacità di piegarsi in modo progressivo e secondo le specifiche dell’idea iniziale. La THOR come altre pinne Cressi, ha la scarpetta posizionata sotto la pala in modo che la superficie di spinta attiva sia più uniforme e idrodinamica possibile. La scarpetta ha una parte rigida inferiore nel quale è stato posizionato dell’antiscivolo come una sorta di suola, molto utile durante le operazioni di entrata in acqua a pinne indossate mentre nella parte superiore, un inserto in materiale più morbido la rende confortevole e in grado di adattarsi a diverse conformazioni del collo del piede. La pala è la vera innovazione di questa pinna, come detto si tratta del mix di diversi materiali che permettono un lavoro alla pinna molto efficace in fase di spinta e di recupero. Si notano le costolature laterali angolate che irrigidiscono la pala e terminano cinque centimetri prima della parte anteriore che ha una forma ad arco estesa in avanti (il contrario della classica coda di rondine) questo perché la parte centrale della pala è costituita da materiale più morbido che consente alla stessa, durante la fase di spinta, di raccogliere più acqua. Lo speciale profilo ad arco delle alette combinato con le due nervature centrali favorisce un significativo effetto di convezione del flusso, noto come “effetto cucchiaio”, che stabilizza e aumenta la propulsione; due fori laterali scaricano le forze negative tipicamente associate a quest’area e allo stesso tempo aumentano la stabilità in aiuto alle alette stabilizzatrici presenti nella parte centrale della pala che limitano molto il derapamento laterale durante la spinta attiva e il ritorno passivo anche a chi non dispone di gambe/caviglie particolarmente potenti. Una pinna in sintesi che al primo contatto fuori dall’acqua ci è piaciuta molto.