Il fascino dello Stretto: Scilla, dove esplode la vita
Una serie di immersioni uniche per bellezza e varietà del paesaggio, con boschi di gorgonie e tante altre forme di vita. Un ambiente particolare, dove le uscite vengono scandite dalle correnti di marea.
L’estrema punta meridionale della nostra penisola è bagnata dal Mar Tirreno e dal Mar Ionio, che uniscono le loro acque nello Stretto di Messina. Famoso per le temibili correnti, generate dall’incontro trai due diversi bacini, questo braccio di mare nasconde paesaggi sommersi poco conosciuti ma davvero unici. La costa è un susseguirsi di baie, di scogliere e di rocce a strapiombo. Da nord verso sud, dopo il promontorio di Scilla, cantato da Omero, appare l’imboccatura dello Stretto. La sua larghezza massima, al confine meridionale, è di 16 chilometri (sulla diagonale di Capo d’Armi, in Calabria, con Capo Sant’Andrea, in Sicilia), mentre la minima è di appena 3, tra Punta Faro, in Sicilia e Punta Pezzo, in Calabria. In questo tratto la costa calabra è ricca d’agrumeti e di colture di bergamotto, specie in prossimità delle due grandi fiumare di Gallico e di Catona, che sfociano in mare nell’area compresa tra Reggio Calabria e Scilla, da dove è possibile raggiungere il versante settentrionale dell’Aspromonte in circa mezz’ora, godendo d’incredibili affacci sullo Stretto e le Eolie. Insomma, un posto unico e bellissimo, che ha in Scilla la “punta di diamante” per quanto riguarda la subacquea. Qui, infatti, le immersioni degne di nota non si contano. Tutte interessanti, alcune straordinarie, tanto che non basterebbe un libro per descriverle tutte. Eccone 4 che vi faranno sognare!
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