Le immagini composte
Possono nascere da un’esposizione multipla oppure da una fusione di più foto e, se ben realizzate, danno vita a un effetto gradevole e originale. Ecco come fare!
Negli ultimi tempi mi viene chiesto come ottenere delle immagini composte (esposizione multipla o fusione di immagini) adottando qualunque tecnica fotografica, anche quella del fuoco parziale. La conditio sine qua non per poter avere una buona fusione di due o più scatti è quella che i soggetti, di ogni singola foto, siano circondati da una zona di nero che deve essere quanto più omogenea e scura possibile. Se questo è facile, o forse no, da realizzare durante un’immersione notturna o quando si utilizzano tempi veloci(> 1/200s) e diaframmi molto chiusi (> ƒ16), il discorso cambia nel caso volessimo utilizzare valori di diaframma aperti per ottenere un particolare effetto di sfocatura o di bokeh. Discorso che si fa decisamente più ardito, ma non impossibile, scegliendo tempi lenti per creare effetti di mosso creativo e intenzionale e non un risultato casuale e non ripetibile. Quanto andrò a spiegare vuole essere l’esplicazione di un metodo a cui ognuno potrà far riferimento personalizzandolo e ottenendo nuove metodiche strettamente connesse con la propria cultura e visione fotografica e, comunque, ripetibili a prescindere dalla situazione in cui ci si troverà.
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di Francesco Pacienza