Salento da scoprire
Il fascino dei relitti del Neuralia, affondato da una mina nel 1945 e di un peschereccio di altura che giace a 25 metri di profondità. I colori e le fogge alla Secca delle Spugne e le Grotte di Punta Lea. Tra Porto Cesareo e Gallipoli i fondali sono spettacolari e continuano le suggestioni di un tratto di costa considerata tra le più belle d’Italia di Virginia Salzedo e Carlo Ravenna
Una passerella di paesaggi mozzafiato lungo una strada che corre parallelamente al mare per chilometri. Da Porto Cesareo a Gallipoli il Salento regala acque dai cromatismi caraibici, cangianti dal bianco ghiaccio al blu cobalto, passando per ogni possibile sfumatura di colore. Sabbie bianchissime, scogliere erose dal vento e impregnate di salsedine, talora talmente aspre da non potervi neppure camminare. L’entroterra è quello tipico della piattaforma salentina: terre aride e rossastre, uliveti dai tronchi secolari, bacini d’acqua cristallina, costruzioni murarie dalla tinta grigia o biancastra della pietra leccese.
La Riserva di Porto Cesareo
L’istituzione ufficiale della Riserva Marina di Porto Cesareo risale al 12 dicembre 1997, ma come spesso è capitato per altre aree protette, le prime proposte per la sua creazione hanno radici lontane: nel 1966, infatti, il fondatore e direttore della Stazione di Biologia Marina di Porto Cesareo, il professor Pietro Parenzan, segnalò l’area per la sua significativa rilevanza biologica, sotto e sopra la superficie del mare. Peraltro, la stazione ospita al suo interno il Museo di Storia Naturale Marina e della Pesca, comprendente anche una significativa collezione di conchiglie (ben 1260 specie e varietà diverse) ed esemplari di flora e fauna marine tipiche delle coste pugliesi, con ampie esposizioni di vertebrati e invertebrati.
La costa di questa zona è tendenzialmente bassa e dolcemente digradante e mostra ampi tratti di rocce disposte a terrazzamenti e cale sabbiose che si aprono soprattutto nel litorale compreso tra Punta Prosciutto e Porto Cesareo. Le spiagge presentano dune di notevole bellezza, alte sino a
6 o 7 metri, formate grazie alla lenta e progressiva azione del vento. Mi riferisco in particolare alla zona nota come Lido degli Angeli, un nome che è tutto un programma.
Tra punte e incantevoli insenature
Proseguendo verso sud, si delinea il Parco di Porto Selvaggio, vero angolo di paradiso terrestre, ricadente sotto la giurisdizione del Comune di Nardò: la roccia è invasa sino all’inverosimile di pulvini di macchia mediterranea che lambiscono ogni sentiero che scende al mare, mentre all’interno dominano folte pinete.
Il borgo marinaro di Santa Caterina
E’ un’antica e signorile località balneare, sormontata da Torre Caterina e Torre dell’Alto, nei cui paraggi c’è l’Abbazia di Santa Maria dei monaci italo – inglesi e splendide ville liberty e decò, che ben si sposano nelle atmosfere marinare del borgo. Un’architettura gentile incorniciata da pinete mediterranee, uliveti e giardini pieni di glicine, buganvillea, cycas e varietà di palme.
La costa nell’area di Santa Caterina è prevalentemente rocciosa, le discese al mare non sono ripide e basta percorrere brevi sentieri e scalinate disegnate tra le rocce per coprire il limitato dislivello che ci separa dal bagnasciuga.
Da Santa Maria al Bagno a Gallipoli
Le famose Quattro Colonne identificano il borgo marinaro di Santa Maria al Bagno, situato a pochi chilometri dalla cittadina di Gallipoli, quest’ultima definita “città di terra dentro il mare”. Gallipoli, sulla costa ionica del Salento, è infatti composta da due parti: la città moderna, situata sul promontorio e la parte antica, ubicata su un’isoletta calcarea e collegata alla terraferma attraverso un ponte in muratura.
E’ difficile non innamorarsi di questa perla del Salento, oggi gettonatissima località di villeggiatura, il cui nome di derivazione greca (kalè polis) significa, non a caso, “città bella”. E’ probabilmente sufficiente una passeggiata “all’isola”, tra i vicoli romantici e chiassosi insieme, o lungo il percorso che si snoda attorno al centro storico, per non dimenticarla.
Questo è ciò che possiamo vedere fuori dall’acqua, ma bucata la superficie è anche meglio, come ci racconta Virginia Salzedo, campionessa di fotosub e grande conoscitrice di queste acque. Ecco i suoi 4 tuffi top.
«Durante la scorsa primavera – racconta -, era uscita su tutti i giornali e i telegiornali la notizia che in Puglia era stata scoperta una barriera corallina. La notizia si rivelò poi falsa, ma io, che mi immergo da anni nel Salento, posso certamente testimoniare come i colori di questo sorprendente mare siano unici e incredibili e non abbiano nulla da invidiare alle barriere coralline dei mari tropicali. In questi anni ho potuto ammirare scogli ricoperti da coralligeno che sfuma in tutti i toni del rosso, spugne dai più svariati colori, l’acqua di un blu intensissimo, priva di mucillagine e con un’ottima visibilità.
«Un mare dove la natura è riuscita a sopravvivere a una pesca forsennata e del tutto irrispettosa, dove fino a vent’anni fa, ahimè, si pescava ancora con le bombe e dove ancor oggi trovi sugli scogli i segni inequivocabili della pesca ai tanto ambiti e vietatissimi datteri di mare.
Da alcuni anni è stata istituita l’area marina protetta di Porto Cesareo, che si sta molto impegnando per tutelare questo splendido tratto di costa. In questo articolo vi guiderò in un percorso che comprenderà le mie quattro immersioni preferite, quelle che considero imperdibili, lungo il tratto costiero compreso tra Porto Cesareo e Gallipoli.
«Il Relitto del Neuralia giace al largo di Porto Cesareo. Il mio amico Andrea Costantini, titolare del Diving Service Costa Del Sud, esattamente a metà strada tra Gallipoli e Porto Cesareo, mi dà appuntamento alle 9 al porto. Arrivo un po’ prima, giusto il tempo per una tipica colazione salentina, con pasticciotto e caffè in ghiaccio affogato con il latte di mandorla.
«E’ già il momento di salpare. Il gommone impiega circa 15 minuti per arrivare sul punto, in pochi istanti sono già pronta per entrare in acqua; capovolta e si scende nel blu. La visibilità è davvero eccezionale e già durante la discesa scorgo chiaramente la fiancata laterale della nave: si tratta di un cargo militare, affondato nel 1945 da una mina. La sagoma del relitto la si può solo immaginare, poiché negli anni è stata distrutta dall’azione erosiva del mare e dalle numerose reti da pesca. Una volta raggiunti i 33 metri resto subito colpita dai tralicci della nave, che sono stati completamente colonizzati da spugne coloratissime e che sono divenuti l’habitat ideale per numerose specie di nudibranchi.
«Spostandosi poi un po’ più a sud – continua a raccontare Virginia -, all’altezza del Parco naturale di Porto Selvaggio, si trova Punta Lea. Il posto ideale per un tuffo molto semplice, adatto anche ai neo brevettati. Un sito che ho visitato più volte, poiché una sola immersione non basterebbe a esplorarlo per bene e descriverlo in modo esaustivo. Qui Il fondale è vario. Sotto costa, alla profondità di circa 10 metri, troviamo una serie di grotte interessanti per i giochi di luce che si formano al loro interno e per gli svariati organismi che le popolano. Arrivata con il mio gommone e in compagnia della mia amica Isabella, dedichiamo un’intera immersione a fotografare le varie grotte, cercando le inquadrature più idonee; oggi per noi è una giornata di lavoro, ci stiamo preparando per i prossimi campionati italiani di fotografia subacquea e tutto dev’essere perfetto.
«Spingendosi un po’ più in profondità, a circa23 metri, in mezzo alla sabbia troviamo una colorata secca, dove le sorprese non mancano mai, specialmente di notte. Ogni venerdì sera il Diving diCostantini organizza una notturna a Punta Lea e per me è immancabile: 80 minuti incredibili, a fotografare polpesse, calamari, nudibranchi, gamberetti e tantissimi altri organismi. Il segnale di fine immersione lo dà il mio manometro che segna trenta atmosfere, purtroppo è giunta l’ora di tornare in barca.
«Si cambia posto. Questa volta l’appuntamento è alle 8 al bar di fronte al porto, le mie compagne di mare saranno Tiziana, che ci farà da barcaiola e Isabella, che mi farà da modella; poi c’è il mio gommone “C’est la vie”.
«Dopo l’immancabile colazione salentina, carichiamo l’attrezzatura a bordo e siamo pronte a salpare in direzione Torre Uluzzo. A circa un miglio da Santa Caterina si trova la Secca delle Spugne, una lingua di coralligeno che si erge dalla sabbia a una profondità di 33 metri, dove la natura ha superato se stessa, mostrando una generosità di colori e una varietà di organismi davvero unica, tra i quali stelle coloratissime e moltissime spugne del genere Axinella Cannabina, che ospitano innumerevoli specie di esseri viventi. In questa immersione è facile incontrare la Tonna galea, un grande mollusco gasteropode che passeggia sulla sabbia. Durante il mese di agosto può capitare di incontrarne alcuni esemplari impegnati nella deposizione delle uova, che si presentano come un lungo nastro bianco.
«Infine ci spostiamo a Gallipoli per immergerci sul relitto di un peschereccio d’altura, affondato dieci anni fa, che giace a 25 metri di profondità. Per questo tuffo mi affido nuovamente al diving di Costantini, il quale che mi comunica che il mio compagno per questa immersioni sarà Alex, un bravissimo istruttore del diving. Il gozzo di Andrea ha un’andatura studiata per una navigazione di circa 30 minuti, durante i quali posso rilassarmi e godere del bellissimo panorama. Gallipoli è di fronte a me, vedo l’isola, i palazzi storici, il ponte che la collega alla terraferma.
«Appena entrati in acqua ci accorgiamo subito che c’è un po’ di corrente, dobbiamo raggiungere il pedagno che segna il punto esatto del relitto. Durante la discesa veniamo scortati da un banco di ricciole, che ci girerà intorno per tutto il tempo dell’immersione. Mi fermo a lungo a fotografare le grandi colonie di tunicati che addobbano il relitto. È possibile scorgere tra le lamiere numerosi nudibranchi. Alex resta discretamente alle mie spalle per non interferire nelle inquadrature e solo al mio via si mette in posa. E’ ora di rientrare alla base, qualche minuto di decompressione e tanta felicità nel cuore.
Questo è un assaggio del Salento, il cui mare incredibilmente ricco di vita e di colori ne fanno uno dei posti più interessanti per le immersioni ricreative, visto che non superiamo mai la profondità di 35 metri. Con una temperatura gradevole da maggio a novembre».