Mante…che passione!
Difficile rimanere indifferenti davanti alla danza di questi giganti del mare, che però sono a rischio estinzione per una serie di motivi. Manta Trust studia da anni i loro comportamenti e i loro spostamenti proprio per cercare di preservarli. Un progetto a cui tutti possono dare il loro contributo mandando una semplice foto scattata durante una crociera alle Maldive, il posto dove probabilmente c’è la più alta concentrazione di questi animali di Niv Froman
Manta Trust è un’organizzazione non a scopo di lucro fondata nel 2011 dal biologo Guy Stevens. L’obiettivo è quello di coordinare e di migliorare globalmente i progetti di conservazione delle mante e dei loro habitat attraverso la ricerca scientifica, l’educazione, la sensibilizzazione e la collaborazione. La visione del Manta Trust è quella di un mondo in cui le mante possano continuare a esistere e a concedere indimenticabili incontri agli appassionati.
Manta Trust è ampiamente riconosciuto quale leader globale nella conservazione delle mante e conta oggi oltre 20 progetti in tutto il mondo: dallo studio, ormai decennale, dei movimenti e del ciclo vitale delle mante alle Maldive, ai marcamenti satellitari in Messico, alla valutazione e quantificazione degli impatti della pesca diretta in India e Sri Lanka.
Gli sforzi scientifici dell’organizzazione sono cresciuti esponenzialmente negli ultimi anni, grazie anche a un incrementato interesse del pubblico. A oggi sono già quattro i ricercatori dell’associazione ad aver ottenuto un dottorato di ricerca grazie al loro sforzo scientifico, mentre altri cinque sono in piena fase di ricerca con progetti mirati allo studio della riproduzione, della diversità genetica, degli spostamenti e migrazioni, delle minacce e delle interazioni tra mante e altri organismi.
Per quanto la ricerca sulle mante stia avanzando ora a un passo più rapido che mai, molti aspetti della loro vita restano ancora misteriosi. Svelare questi misteri significa contribuire notevolmente a incrementare gli sforzi di conservazione di questi carismatici giganti del mare.
I giganti gentili dei mari tropicali
Le mante sono indubbiamente tra gli animali acquatici più affascinanti e carismatici in assoluto. Non è affatto un caso che si trovino sempre in cima alla lista delle “preferenze” tra subacquei e semplici appassionati di mare; l’incontro con uno di questi enigmatici giganti è un’esperienza quasi surreale e senza dubbio indimenticabile!
Nonostante la loro taglia – una manta oceanica può raggiungere i 7 metri di ampiezza e pesare oltre 2000 chili – le mante si nutrono esclusivamente di microscopico zooplancton. Grazie alla loro ampia bocca e a un paio di pinne modificate sulla testa, note come pinne cefaliche, una manta può filtrare un’enorme quantità d’acqua e consumare svariati chili di plankton al giorno!
Possiedono inoltre il cervello (in relazione alla taglia corporea) di maggior dimensioni tra tutti i pesci! Il loro comportamento sociale è altamente complesso ed è stato spesso paragonato a quello dei mammiferi acquatici più evoluti (delfini e balene). Osservando, per esempio, il modo in cui interagiscono durante un evento di foraggiamento collettivo, ci si rende immediatamente conto del loro straordinario sviluppo mentale. Non sono rari, per altro, coinvolgenti racconti di mante intrappolate in reti da pesca lasciarsi approcciare da subacquei e snorkelisti per essere disincagliate; un comportamento sorprendente per un pesce e un indice di straordinaria capacità cognitiva!
La minaccia del “tonico miracoloso”
Nonostante la loro natura pacifica e la loro intrinseca e indiscussa bellezza, questi animali si trovano oggi a rischio d’estinzione. Nell’ultimo decennio è letteralmente esplosa, nei paesi dell’Asia Orientale (particolarmente la Cina), la domanda di branchie di mante e di mobule. Le branchiospine di questi giganti oceanici, una volta essicate, vengono consumate sotto forma di tonico, localmente noto come “Peng Yu Sai”, dalle presunte proprietà medicinali miracolose, quali la purificazione del sangue da tossine e il rafforzamento del sistema immunitario. Il lento tasso di crescita delle mante (la maturazione sessuale non è raggiunta prima dei 8-15 anni di vita), associato a un bassissimo tasso riproduttivo (un piccolo ogni 3-7 anni), rendono queste specie estremamente vulnerabili. A causa della pesca indiscriminata e non sostenibile, le mante, così come le loro affini mobule, sono a serio rischio di scomparsa in diversi paesi quali Mozambico, Indonesia e Filippine, tanto per citarne alcuni.
La ricerca
Lo studio delle mante non è mai stato tanto importante quanto lo è ora! Per poter proteggere con successo una specie, è fondamentale studiarne e capirne la biologia. La comprensione del ciclo vitale, delle loro migrazioni, dell’utilizzazione dell’habitat e dell’impatto antropico, quali la minaccia dovuta alla pesca selettiva, sono strumenti di fondamentale importanza allo scopo di sviluppare piani di conservazione adeguati ed efficienti.
Uno dei metodi di ricerca chiave nello studio delle mante, è la foto-identificazione. Ogni singolo esemplare, infatti, possiede sulla faccia ventrale un disegno a macchie che, come un’impronta digitale, ne permette l’identificazione. Grazie a questo semplice metodo, gli esperti di Manta Trust possono stimare la dimensione e la struttura delle popolazioni di mante, chiarirne gli spostamenti e le migrazioni, stabilirne i ritmi riproduttivi e individuare importanti siti di aggregazione.
A distanza di oltre dieci anni dal suo inizio, il Maldivian Manta Ray Project (il progetto capostipite del Manta Trust) ha identificato e catalogato oltre 4.500 mante e registrato un totale di oltre 55.000 avvistamenti nel solo arcipelago delle Maldive, permettendo così di fare luce su alcuni aspetti sinora misteriosi della loro ecologia!
La ricerca non si ferma però alla sola foto-identificazione. Strumenti fondamentali e ampiamenti adottati dai progetti Trust includono i marcamenti acustici e satellitari per lo studio dei loro spostamenti e delle migrazioni, le analisi genetiche, di vitale importanza per la comprensione della strutturazione delle popolazioni e della loro variabilità geografica; e infine l’indagine e la quantificazione degli impatti della pesca diretta e accidentale per capire il ruolo che questo infelice fenomeno ha sulla drastica riduzione delle popolazioni di mante a livello mondiale.
Per avere successo in una campagna di conservazione è di cruciale importanza la sensibilizzazione del pubblico; è per questa ragione che da anni il Manta Trust si impegna, attraverso social media, documentari e pubblicazioni giornalistiche, a esporre e condividere i risultati del proprio lavoro. I progetti sono stati documentati in decine di documentari televisivi e riviste naturalistiche, quali Bbc Natural World Special, Discovery Channel e National Geographic Magazine.
I successi del Manta Trust
A pochi anni dalla sua fondazione, il Manta Trust conta già diversi successi importanti nel campo della conservazione delle mante e, più in generale, dell’ambiente marino. I ricercatori dell’organizzazione hanno contribuito con dati fondamentali che hanno portato, nel 2011, alla rivalutazione dello status di entrambe le specie di manta da “Quasi Minacciate” a “Vulnerabili” nella lista rossa Iucn (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura). Il lavoro e i risultati del Manta Trust hanno giocato, inoltre, un ruolo chiave nel processo che ha portato all’annessione delle mante e delle mobule, rispettivemente nel 2013 e nel 2016, nella Appendice II del Cities (Convenzione sul Commercio Internazionale delle Specie Minacciate di Estinzione) obbligando quindi i 178 Stati membri a ridurre e adottare misure di controllo sul traffico di questi animali.
Nel 2011, un altro traguardo importante è stata la designazione di Hanifaru Bay e di Anga Faru (due dei principali siti studiati alle Maldive) ad Aree Marine Protette (Mpa), accompagnata dalla designazione dell’intero atollo di Baa – regione che conta la più numerosa popolazione di mante del pianeta – a Sito Patrimonio dell’Umanità da parte dell’Unesco. Più di recente, gli sforzi del Manta Trust hanno svolto un ruolo importante nella dichiarazione di protezione nazionale delle mante da parte dell’Indonesia e delle Maldive nel 2014, del Perù nel 2016 e della Thailandia nel 2018.
I passi da fare per la conservazione delle mante sono ancora numerosi; basti pensare che questi giganti del mare vengono tutt’oggi intensamente pescati sia legalmente che illegalmente, e sono ancora pochi gli Stati ad aver attuato misure di protezione adeguate a garantirne la sopravvivenza.
Peraltro, gli impatti sul ciclo vitale delle mante di altri fattori quali il turismo di massa, l’inquinamento marino e il riscaldamento globale, per citarne alcuni, non sono ancora stati chiariti. E’ necessario infatti conoscere a fondo una specie, le sue abitudini e le sue minacce in modo da poter agire prontamente e in maniera adeguata alla sua conservazione. Se non si fa in fretta, gli emozionanti incontri rimarranno solo un meraviglioso e indimenticabile ricordo!
Come aiutare – Una foto per la scienza!
Il Manta Trust, oltre a essere presente sul campo in svariati Paesi, si appoggia molto all’aiuto del pubblico nella sua raccolta dati. Molte delle fotografie utilizzate dagli esperti per identificare le mante, infatti, provengono da subacquei e snorkelisti che, attraverso il sito web o semplicemente via e-mail, forniscono all’associazione dati importanti per lo studio e la conservazione di queste creature.
Aiutare è semplicissimo! Se durante le tue vacanze ti trovi faccia a faccia con una manta, ricordati che basta un “click” a immortalare il disegno di macchie sul ventre che ne permette l’identificazione. E non è importante che la fotografia sia perfetta o non ritragga l’intera “pancia”, spesso anche un’immagine a prima vista di scarsa qualità può rivelarsi di estrema importanza!
Le foto vanno mandate via mail a IDtheManta@mantatrust.org oppure utilizzando il servizio dedicato sul sito del Manta Trust (www.mantatrust.org – Sezione IDtheManta); le immagini saranno utilizzate unicamente a scopo scientifico e vanno corredate di informazioni sul sito e la data di avvistamento. Analizzate dagli esperti del Manta Trust, diventano utilissime per raccogliere informazioni sulla specie, se l’individuo è già stato precedentemente incontrato, e, se sì, quando, dove, quante volte…
Con chi andare
Albatros Top Boat propone crociere con itinerari che permetteranno di andare alla ricerca di queste magnifiche creature, oltre che di squali grigi e di tutte le meraviglie che i fondali Maldiviani offrono. Le crociere si svolgono a bordo del Conte Max, del Duke of York e del Dhaainkan’baa, progettate con “high design” e secondo i più elevati standard qualitativi presenti alle Maldive. I programmi prevedono fino a tre immersioni al giorno, più una notturna alla settimana, oltre allo snorkeling in lagune cristalline, escursioni su isole deserte, pesca e uscite in canoa. Le immersioni e tutte le altre attività verranno effettuate con l’ausilio del diving dhoni e di un comodo tender.
Gli itinerari attraversano gli atolli di Baa, Ari Nord, Rasdhoo, Goidhoo e Male Nord; durante l’anno ci si spinge anche all’estremo sud, negli atolli di Suvadiva, Fuvamulah e Addu con le crociere The Best Seven e The Best Nine, durante le quali ci si potrà immergere nei siti più spettacolari delle Maldive.
Le prossime crociere scientifiche in collaborazione con il Manta trust si svolgeranno a bordo del Conte Max, dal 25 agosto al 2 settembre e dal 22 al 30 settembre, periodi in cui le correnti, determinate dalle fasi lunari, coincidono con specifici venti monsonici che influenzano le migrazioni e le abitudini alimentari delle mante di barriera.
L’obiettivo delle spedizioni è infatti quello di avvalersi di esperti del Manta Trust. A bordo sarà presente un biologo per trovare i principali siti di aggregazione e offrire agli ospiti la magica esperienza di immergersi in mezzo a questi magnifici giganti marini.
Per saperne di più sul lavoro e i progetti www.mantatrust.org
ALBATROS TOP BOAT Tour Operator
www.albatrostopboat.com
Tel. 0323505220 – 335-6773164