I grandi fotografi – Rosario Scariati
Napoletano, lega le sue immagini a un profondo rispetto per il mare, dal quale è visceralmente attratto sin da bambino. Inizia a conoscere gli abitanti del sesto continente in apnea, poi le migliaia di ore passate in acqua con una bombola dietro la schiena sviluppano gradualmente in lui una gran voglia di documentare i fondali con attrezzature fotografiche via via più performanti. Si ritiene, tecnicamente, uno sperimentatore, un amante della macrofotografia perché, a suo dire, regala la possibilità di ammirare il soggetto da vicino in tutta la sua perfezione. Celebre lo scatto che ha vinto proprio quest’anno il prestigioso concorso Obiettivo Terra 2019, che ritrae due cavallucci stretti in un abbraccio a forma di cuore di Carlo Ravenna
Rosario, partiamo dalla fine. Il 2019 è un anno molto importante per il tuo percorso. Sei infatti il vincitore della 10ma edizione di Obiettivo Terra, il concorso fotografico dedicato alle bellezze e alle peculiarità dei Parchi nazionali e regionali e delle Aree Marine Protette d’Italia. Raccontaci questo scatto che disegna un cuore, peraltro esposto in gigantografia, fino al primo maggio scorso, in Piazza Barberini a Roma, assieme alla foto di Sergio Vittorio Rosa, secondo classificato, vincitrice della Menzione Animali.
“La commozione e la soddisfazione furono incontenibili. Tra l’altro è la prima volta che nei 10 anni del Concorso si piazza al primo posto una fotografia subacquea; pertanto ricevetti anche la Targa da Mare Vivo. Sono particolarmente legato a questo scatto, nato peraltro in modo casuale. Infatti, ricordo bene che quel giorno non dovevo essere lì, ma successe che i miei figli mi chiesero di raggiungere i nonni in una spiaggia di Massa Lubrense. Per non scontentarli decido di accompagnarli e immergermi lì davanti, in un sito che in linea teorica considero sostanzialmente poco interessante. Con due pinneggiate mi dirigo al centro della baia, sgonfio il gav e scendo su fondo sabbioso. La visibilità non è ottimale, sulla fotocamera ho montato il 100 macro. Inizio con lo scrutare qui e lì alla ricerca di soggetti interessanti, ma nulla mi colpisce particolarmente, fino a quando all’improvviso, davanti ai miei occhi, si delinea lo spettacolo dei due cavallucci, uniti assieme, a formare un disegno che ricorda un cuore; presumibilmente erano in fase di accoppiamento. L’emozione nell’ammirare i due animali assieme è tanta, ma vivo anche un’improvvisa delusione perché mi accorgo che uno dei due flash non scatta per un problema di batterie. Non mi perdo d’animo: sposto il flash funzionante in asse sopra ai soggetti, cerco la giusta inquadratura tenendo anche conto del ristretto angolo di campo del 100 e riesco a scattare solo tre preziose foto, perché poi i cavallucci si sganciano e volano via con la loro leggiadria. Visualizzo l’anteprima degli scatti sul display guardandoli e riguardandoli incredulo per diverso tempo. Ricordo che quando emersi ero talmente soddisfatto che mi sembrava di aver vinto alla lotteria! Restando in tema di concorsi, nel 2018 mi sono classificato al primo posto nella categoria Banchi al prestigioso Città di Venezia, con un solo scatto wide effettuato in Madagascar”.
Leggo di te che… “dal rispetto del mare deriva la mia preferenza nel portare a casa grandi trofei, non sotto forma di pesce da cucinare, ma da incorniciare attraverso scatti fotografici”. Cos’è, per Rosario Scariati, uno scatto da incorniciare?
“E’ quello che mi rapisce e mi fa volare verso un mondo di emozioni. E’ lo scatto che congela l’attimo in tutta la sua bellezza. E’ anche lo scatto che riesce a catturare l’attenzione di chi lo osserva, regalando la grande bellezza del mare e dei suoi abitanti. Mi stimola anche attrarre la curiosità e la meraviglia di chi non conosce il Mondo del Silenzio”.
Nelle tue foto resto spesso colpito dalla ricchezza di dettagli dei soggetti immortalati, e noto che spesso effettui scatti avvicinando molto l’oblò agli organismi acquatici comunque contestualizzandoli nel loro ambiente. Come riesci, dal punto di vista tecnico, a ottenere questi risultati?
“I risultati sono il frutto di tantissime prove finalizzate a una metodologia di lavoro personale, messa a punto negli anni; quello che vorrei puntualizzare, in modo molto essenziale, è che nella maggior parte dei miei scatti macro, anche in quelli più spinti, non uso mai i flash in modo diretto sul soggetto, il che mi permette di creare tridimensionalità, giochi di luce e suggestioni”.
Hai scritto che… il mare è tutto bello e per questo ti emozioni scattando e riscattando… Quanto conta emozionarsi nei momenti nevralgici del clic?
“Nella fase del clic è l’emozione che vince su tutto. L’intera azione si concentra in quella manciata di attimi in cui osservo il soggetto attraverso l’oculare della macchina, controllo il respiro, la mia posizione, analizzo ciò che ho davanti; cerco gli elementi nevralgici studiando il punto di inquadratura ottimale per poi scattare e riscattare, nella speranza che i soggetti che di volta in volta ho davanti non scappino via o si allontanino troppo dall’inquadratura. Ma vorrei aggiungere una cosa: ho parlato di emozioni, ma provo anche molta amarezza quando dinnanzi ai miei occhi si delinea… spazzatura. Si, avete capito bene! Rifiuti di ogni tipo sparsi sul fondo, soprattutto plastica, un problema grande e difficilmente risolvibile della nostra epoca. Per questo assieme alla mia attrezzatura fotografica porto sempre un retino con cui raccolgo ciò che posso e lo porto in superficie. Non sarà molto, ma se lo facessero tutti i sub il mare sarebbe migliore”.
Parliamo di attrezzature e post produzione. Senza entrare nel tecnicismo in senso stretto, hai dei consigli da dare a chi ci sta leggendo e vuole raggiungere dei buoni risultati?
“Per quanto riguarda le attrezzature mi sento abbastanza preparato visto che lavoro nel settore dell’elettronica. Ciò mi offre la possibilità di esser sempre aggiornato e di poter testare subito le novità. Dopo anni d’immersioni e utilizzo di diverse configurazioni, il mio consiglio è sicuramente per un inizio graduale: il mercato offre oggi ottime compatte, che danno la possibilità di effettuare foto macro e wide. Se si prende atto che ci sono le giuste motivazioni, vale la pena pensare successivamente all’acquisto di reflex o mirrorless, fotocamere a cui si legano configurazioni più sofisticate. La cosa importante è conoscere bene la propria attrezzatura, altrimenti si rischia di perdere lo scatto o, comunque, di non riuscire a sfruttare appieno le potenzialità che attualmente offre il digitale. Per la post produzione non ho grandi competenze, cerco di correggere pochissimo i miei file. Lo scatto deve esser costruito con la testa e con il cuore, deve risultare quasi perfetto già sul sensore della fotocamera”.
Il mare sarà pure tutto bello, ma avrai nel tuo cuore un angolino azzurro a cui sei particolarmente legato…
“Hai perfettamente ragione. Il mare è tutto bello e nel mio cuore c’è un luogo che mi ricorda quando ero piccolo e dove tutt’oggi ancora vado. E’ uno specchio d’acqua pieno di vita che mi sorprende sempre: lo definisco il mio posto segreto. La prima volta in cui ci sono andato avevo solo tre anni e lì misi la testa sott’acqua grazie a mio papà, che mi regalò un kit con maschera e pinne. Pur essendo una sorta di giocattolo, mi diede la possibilità di respirare restando con la testa sotto il pelo dell’acqua a osservare le bellezze del mare. Oggi e ogni qualvolta mi immergo ricordo quel giorno come se fosse ieri e a ogni respiro, a ogni clic resto stregato e attratto dalle bellezze che si celano sotto le onde”.