Le altre Maldive
Isola di Dharavandhoo, nella parte sud-orientale dell’Atollo di Baa. Un tipico villaggio di pescatori dove recentemente sono state costruite alcune guesthouse, semplici e accoglienti. Ma soprattutto siamo proprio davanti alla baia di Hanifaru, dove da maggio a settembre si danno appuntamento decine e decine di mante. Le regole sono ferree: niente bombole e solo 80 visitatori al giorno. Ma ne vale la pena! E anche le altre immersioni non sono per niente male… di Paolo Fossati
Dharavandhoo è una piccola isola delle Maldive, situata nella parte sud-orientale dell’Atollo di Baa. In realtà, Baa non è un atollo, bensì un distretto amministrativo e comprende l’atollo di South Maalhosmadulu e il piccolissimo atollo di Goidhoo, poche miglia più a sud (quest’ultimo era usato, a causa del suo isolamento, per esiliare i malviventi). L’atollo ha circa 10.000 abitanti distribuiti su 13 isole, quelle che i turisti identificano come “isole dei pescatori”. La maggior parte della popolazione di Baa si dedica alla pesca, alla produzione di scatole e barattoli laccati e dei “sarong” di cotone.
Il 29 luglio 2011 è stato istituito, nell’Atollo di Baa, l’Unesco World Biosphere Reserve per la grande biodiversità registrata in queste acque: il reef particolarmente rigoglioso, l’isola di Hanifaru e l’ormai notissima Hanifaru Bay.
Dharavandhoo è un tipico villaggio di pescatori abitato da circa 800 anime, di cui una novantina sono bambini, che rendono colorata e vivace l’atmosfera. Recentemente, sono state costruite alcune Guesthouse, semplici, accoglienti e dotate di tutti i comfort, sempre nel rispetto del tipico stile maldiviano. Oltre all’ufficio governativo dell’isola, a Dharavandhoo ci sono coloratissimi e caratteristici negozietti di souvenir, alcuni ristoranti, la moschea e l’ospedale.
Grazie alla recente costruzione di un piccolo aeroporto, i collegamenti tra Male e Dharavandhoo sono semplici. E’ infatti possibile raggiungere l’isola in soli 20 minuti con un comodo volo interno.
Ma perché vi sto parlando di questa isola? Perché soggiornare a Dharavandhoo significa godere dell’atmosfera autentica delle Maldive.
Le giornate vengono scandite dalle attività degli abitanti locali: la pesca con i Dhoni all’alba, la costruzione di barche al cantiere sul porto, il profumatissimo thè sorseggiato al tramonto, la pesca al bolentino al calar del sole e festose serate in spiaggia intorno a un falò con le musiche tradizionali e le performance degli artisti dell’isola, i suonatori di bodu beru.
Fino a poco tempo fa gli unici turisti provenivano dal vicino resort di Khiaddufaru, per una fugace visita. La crescente attenzione per Hanifaru Bay sta però cambiando rapidamente il destino di Dharavandhoo. La baia è proprio adiacente all’isola ed è diventato un must della subacquea grazie all’altissima concentrazione di mante nel periodo che va da maggio a novembre. L’ingresso delle mante all’interno della baia di Hanifaru, è condizionata dalla concomitanza di molti fattori: corrente adeguata, fase lunare giusta, alta marea indispensabile e concentrazione elevata di plancton. Se tutto ciò avviene il plancton viene spinto all’interno della baia e ne resta intrappolato, come in un “cul di sacco”, esercitando un’attrazione inesorabile per questi splendidi animali; se ne contano addirittura 200 esemplari. La morale è che, trovandosi al posto giusto nel momento giusto, si assiste a uno spettacolo unico al mondo, forse il più emozionante cui ho assistito assieme al sardin run.
Ci son alcune cose che bisogna sapere. Intanto che a Hanifaru bay è vietata l’immersione con le bombole e che possono entrare 80 snorkelisti al giorno per 45 minuti. Le regole sono severe e i biologi e il ranger si aggirano anonimi tra gli snorkelisti. E le sanzioni sono da 1000 dollari! Le infrazioni vengono immortalate con una Go Pro, quindi occhio a non sgarrare! E’ severamente vietato toccare le mante, anche inavvertitamente. Non gli si può sbarrare la strada mentre nuotano e si nutrono, quindi mai porsi di fronte a loro. Infine, non si possono assolutamente usare flash, tutto viene documentato in luce ambiente.
LE ALTRE IMMERSIONI
Dal punto di vista subacqueo, l’atollo di Baa ha caratteristiche peculiari, che lo rende diverso dalle “solite Maldive”. Mancano le pass caratteristiche della maggior parte delle isole dell’arcipelago, ma sono moltissime le secche, una più bella dell’altra. Il ricambio d’acqua è minore, conseguentemente si creano alcuni ambienti insoliti, privi di correnti e con forme di vita poco comuni.
Come in tutto l’arcipelago, l’influenza dei monsoni è decisiva nel determinare il clima della stagione: calda e secca da dicembre ad aprile, calda e umida da maggio a novembre. Queste differenze climatiche sono fondamentali per le dinamiche della vita sott’acqua. Nella stagione secca il mare è cristallino e limpidissimo e consente di esplorare in condizioni ideali le secche, nella stagione umida l’acqua si arricchisce di plancton, diventa torbida, le condizioni per l’immersione (in particolar modo per la fotografia) non sono certo ideali, ma arrivano i grandi pesci pelagici che si nutrono proprio di plancton. Due facce dello stesso mare, una ricca di colori e di piccole forme di vita, l’altra avventurosa ed emozionante con l’appuntamento con i giganti dell’oceano. Inoltre, alcune immersioni regalano l’incontro con gli squali chitarra, con il rarissimo corallo di fuoco rosa e con tante altre sorprese.
DHON FANU THILA
E’ una delle immersioni più gettonate. Si tratta di una secca dalla forma circolare, con il sommo a 8, 10 metri di profondità, popolato da bellissime anemoni con i pesci pagliaccio e granchi porcellana, anthias e moltissimi pesci di barriera. A 16 metri si apre un passaggio nella roccia, ampio e spettacolare, che conduce a 28 metri. All’uscita del tunnel la parete è ripida e ricchissima di nascondigli dove si annidano grosse murene. Dalla parte opposta della secca, all’interno di un’ampia grotta poco profonda, vivono grandi gorgonie gialle e branchi di pesci scoiattolo e “sweet lips”.
I due lati della secca si riuniscono originando una sorta di sperone roccioso, di fronte al quale giace un enorme masso, coloratissimo, che sprofonda a profondità elevate, circondato da branchi di carangidi e di fucilieri. E’ frequente incontrare in acqua bassa tartarughe verdi e becco di falco.
KIHAADHUFFARU THILA
Immersione eccezionale per la varietà, la quantità di pesci e la ricchezza e l’integrità dei coralli. Grossi massi giacciono tra i 30 e i 40 metri, colonizzati da un gran numero di alcionari e abitati da una tantissimo pesce. Frequente l’incontro con i grossi squali nutrice, che sonnecchiano all’interno di piccole grotte. Lungo il percorso abbondano le aragoste.
Una lunga cresta rocciosa è ricoperta di belle acropore e conduce a un’ampia grotta con il fondo abitato da una famiglia di bianche gorgonie a frusta. Durante la sosta di sicurezza si è circondati da un enorme branco di pesci farfalla (Heniocus acuminatus).
DHARAVANDHOO THILA
Ideale per i fotografi che qui possono trovare una gran quantità di soggetti. A circa 30 metri di profondità vive una coppia di bellissimi frog fish. In una spaccatura della roccia è cresciuta una gorgonia gialla (Subergorgia mollis) larga più di due metri, un vero gigante! Mentre il fondo sabbioso ospita migliaia di garden eel (Heteconger hassi). Il sommo del reef è infine popolato da pesci d’ogni specie, tra cui pappagallo e bellissimi pesci pagliaccio nelle anemoni viola.
DIGHALI
Cappello a 8, 10 metri e pareti che sprofondano nel blu. Tra le emergenze coralline sono incassati tortuosi corridoi sabbiosi, delimitati da pareti ricche di rami di corallo nero, alcionari e acropore. A circa 20 metri di profondità, in uno di questi corridoi vive, in un profondo buco scavato nella sabbia, un raro crostaceo: Lysosquilla sp. (chiamato comunemente mantide o mantis shrimp). Frequentissimo l’incontro con le aquile di mare e i banchi di pesci farfalla.
BOX – LA CITTA’ DELLE MANTE
La baia di Hanifaru è lunga circa un centinaio di metri e quando imperversa il monsone di sud-est, da maggio a novembre, le correnti aspirano dagli strati profondi un’enorme quantità di plancton e di krill, spingendolo all’interno della baia e accumulandolo al fondo della stessa. Questa enorme quantità di cibo attira decine, a volte centinaia, di mante e squali balena che si concentrano in questa piccola area per partecipare a una vera e propria orgia alimentare. La baia è lunga circa 100 metri e profonda al massimo 20; frequentemente il krill si concentra in superficie attirando gli squali balena che nuotano con l’enorme bocca aperta, mentre le mante esibiscono spettacolari loopings negli strati più profondi.
L’incontro con la manta birostris è uno dei più emozionanti che un subacqueo possa fare. La forma del corpo è caratteristica, triangolare e schiacciata in senso dorso-ventrale, con una lunga coda a frusta. Il dorso ha una colorazione nero-grigiastra, raramente con macchie azzurre, mentre il ventre è bianco con macchie nere, utilizzate per il riconoscimento degli esemplari. Raggiunge i 5, 6 metri di lunghezza (compresa la coda) e i 6 metri di larghezza, con un peso che può superare i 9 quintali. Caratteristica la presenza, nella parte anteriore del corpo, inserite lateralmente alla testa, di due appendici piatte che muovendosi come dei palpi, convogliano il nutrimento verso la cavità orale.
BOX – COME FOTOGRAFARLE
Sono tra gli animali più maestosi ed eleganti che popolano i mari. Un soggetto sempre adorato dai fotografi. Il problema principale è avvicinarle senza farle fuggire. In nessuna altro luogo ero riuscito ad approcciarle così facilmente. A parte Hanifaru bay, dove i bravi apneisti avranno compito più facile (ma non si può usare il flash) vi sono alcune stazioni di pulizia dove è possibile fotografarle e utilizzare i flash.
Il grandangolo è obbligatorio, meglio se un 180 gradi, perchè sono davvero molto grandi. Diversamente bisognerebbe stare troppo lontani, con conseguente perdita di dettaglio, incisione e cromatismo. Fotografandole da sotto è meglio impostare potenze basse e angolare le luci perchè il bianco riflette moltissimo e si sovraespone facilmente. Da sopra serve una buona potenza perchè il nero assorbe la luce e si rischia di avere un dorso scuro e privo di dettagli. Il tempo di scatto, compatibilmente con la profondità e le condizioni di luminosità, deve essere più veloce possibile per “congelare” i movimenti della manta, che raramente si muove lentamente.
BOX – IL DIVING
Virgilio e Jessica sono gli istruttori italiani che hanno dato vita a Dharavandhoo Divers, coadiuvati dagli esperti capitani Hussein e Mustafa. Professionalità, esperienza, simpatia: la giusta combinazione di ingredienti che vi farà vivere una vacanza all’insegna della sicurezza e del divertimento. Tutte le secche della zona sono state esplorate e non hanno segreti e il servizio è al top. Le uscite sono giornaliere a bordo del Dhoni con la possibilità di scegliere tra half day, con due immersioni o full day, con tre immersioni, per raggiungere anche i siti più distanti. Oltre 30 i posti mappati con diversi gradi di difficoltà, che soddisfano dal principiante al più navigato.
Dharavandhoo si trova a 5 minuti di navigazione dalla laguna di Hanifaru. Nell’Area Marina protetta è consentito l’ingresso a giorni alterni e per un massimo di 80 visitatori al giorno per 45 minuti. Non sono consentite immersioni, solo snorkeling. Le acque intorno all’isola di Dharavandhoo, grazie alla particolare conformazione del fondale, sono ricche di stazioni di pulizia per questi grandi filtratori e creano condizioni ideali per osservare, filmare e fotografare le mante a distanza ravvicinata.
info@dharavandhoodivers.com