Marettimo: diario di un viaggio
La più defilata delle Isole Egadi ci catapulta in un’altra dimensione. Qui, infatti, non circolano macchine e gli asinelli trotterellano tranquilli tra i vicoli. Le immersioni sono belle, alcune bellissime e impegnative, tra secche e pareti tappezzate di gorgonie e anfratti abitati da cernie, mostelle e decine di aragoste di Maila Costa
Il sole filtra dalla tenda della mia casetta. Disegna una lama sul mio cuscino e mi sveglia. Sono solo le sette ma fuori è già pieno giorno. Cielo blu, quasi cobalto, e mare, mare a perdita d’occhio. Anche la mia casetta è blu, blu e arancione. Accogliente come la gente che vive a Marettimo. Mi affaccio.
All’orizzonte le sagome di Levanzo e Favignana. Una piccola barca di pescatori, blu, rossa e bianca, lascia il porto e sotto la mia finestra due asinelli trotterellano indisturbati per i vicoli deserti. I cani dei cacciatori sonnecchiano ancora davanti alla porta di casa, godendosi, come i bambini, una libertà inimmaginabile nelle nostre città. Il profumo di pane proveniente dal forno riempie la strada mischiandosi a quello delle cassatelle di ricotta appena sfornate. Per la colazione della mattina, però è d’obbligo la granita (al limone, ai gelsi, alla mandorla) con la brioche, quella tonda con il tuppo (il cappello) e il caffè al pistacchio. Dal Caffè Tramontana la vista sul Castello di Punta Troia, prigione degli oppositori del regno di Napoli, è, per usare un’espressione retrò, da cartolina. Un panorama che incanta e così, in un attimo, arriva l’ora di imbarcarsi, come farò per i prossimi due giorni, per il full – day.
La giornata ruota sulle immersioni, due, una più impegnativa la mattina e una più “leggera” nel primo pomeriggio. Nel mezzo un ricco aperitivo organizzato in barca e la tradizionale pastasciutta, tutto preparato, per quanto possibile, utilizzando prodotti locali. Poi un momento di riposo, la cui durata varia secondo le condizioni atmosferiche e del mare, per fare snorkeling, bagni e prendere il sole in assoluta libertà.
Sdraiata sul ponte superiore della barca, lo sguardo si perde seguendo il volo dei gabbiani e il loro planare tra il cielo e il verde smeraldo dell’Isola – Marettimo è ricca di vegetazione – e a ricercarne i nidi tra le rocce bianche, a strapiombo sul mare.
Tra un’immersione e l’altra la giornata vola e ci si ritrova così a sera, seduti accanto alla chiesa del paese a fare merenda con la torta fatta in casa o al porto, al Bar Scirocco, a godersi un aperitivo con gli ottimi vini siciliani o l’immancabile Spritz, accompagnati da prelibatezze al tonno. Una doccia e poi la scelta varia tra i sei ristoranti dell’Isola dove il tonno e i pesci di passo la fanno da padrone.
Bella Marettimo, bello il suo mare, bella l’atmosfera che ci si respira. Un luogo magico, di una magia arcaica che permea mare e terra e trova il suo punto di incontro a Case Romane, l’antico sito dedicato al culto dell’acqua, lì dove un misterioso masso posto tra terra e mare, negli equinozi di primavera e autunno, fronteggia il sole in un allineamento perfetto.
E adesso … diamo i numeri!
- 12,3 i chilometri quadrati di superficie dell’Isola
- 10 i chilometri del perimetro costiero
- 686 metri la cima più alta (Pizzo Falcone)
- 500 metri sul livello del mare l’altezza dei punti di osservazione del Faro di Punta Libeccio e il Semaforo
- 600.000 gli anni passati da quando Marettimo, prima tra le isole siciliane, si è separata dalla terraferma,
Come arrivare
Si parte dal Porto di Trapani (raggiungibile con taxi o transfer dagli Aeroporti di Trapani o di Palermo). I collegamenti sono garantiti dalla Siremar Caronte & Tourist Isole Minori SpA con traghetti e dalla Compagnia Liberty Lines con aliscafi e catamarani. Le biglietterie si trovano difronte al molo da cui partono i mezzi.
Il Cervo che cambiò la storia della navigazione nel Mediterraneo
Tutta colpa di un cervo. Si proprio così, un cervo di 8300 anni fa. E’ proprio a Marettimo, all’interno della Grotta del Tuono che sono stati ritrovati i resti di un cervo fossile e di cibo (patelle ferrugginose), la cui datazione al Carbonio 14 farebbe risalire le prime navigazioni non al Neolitico ma al Mesolitico (per chiarire, a 9000 annia fa e non più a 7000 come si pensava). L’ipotesi che troverebbe conferma in questi resti è che i mesolitici sarebbero partiti dalla terraferma, con imbarcazioni rudimentali per arrivare a Marettimo, dove restavano qualche giorno a cacciare.
L’Area Marina Protetta
Con i suoi 53.992 ettari di mare nel territorio delle Isole Egadi (comprende le isole di Favignana, Levanzo, Marettimo e gli isolotti di Formica e Maraone), l’omonima area marina protetta, istituita nel 1991, è tra le più estesa d’Europa.
L’area è suddivisa in zone a cui sono associati divieti e attività consentite:
- Prima la Zona A (di riserva integrale);
- Seconda la Zona B (di riserva generale)
- Terza la Zona C (di protezione)
Nel 2013 è stata segnalata qui, proprio a Marettimo, la presenza della foca monaca alla quale è anche dedicato un monumento.
Non solo mare
Per chi non ama solo scendere ma anche salire, Marettimo è il posto ideale. Dieci gli itinerari di trekking che variano da una lunghezza minima di 3 chilometri a una massima di 8,5. Il sentiero che da Marettimo porta al castello di Punta Troia è lungo circa 4,5 chilometri. Mozzafiato la vista da qualunque punto dell’isola.
Per chi non ha tanta voglia di camminare o se il caldo fosse particolarmente impegnativo, il sentiero che conduce a Case Romane (qui si trova la fonte Pilusa e sono visitabili i resti di un edificio di epoca romana del I secolo a.C. e una chiesetta dedicata a San Simone, costruita da monaci greci), passando per l’antico Cimitero Calvario (il sito di Case Romane dista solo 3 km dal paese, circa 40 minuti), resta fattibile e la vista e la magia del luogo ripagheranno della fatica. Portatevi sempre e comunque dell’acqua soprattutto nei periodi più caldi.
Qualcosa da fare
Sicuramente il giro dell’Isola in barca per poter visitare le bellissime grotte: la Grotta del cammello con l’omonimo scoglio, la Grotta del Tuono, la Grotta della Pippa e poi la Grotta delle Sirene o degli Innamorati a Cala Bianca, con il suo mare turchino chiaro e tante altre ancora sino a rientrare in porto.
Il Voglia di Mare Diving
Appena scesi dall’aliscafo camminiamo lungo il molo e ce lo troviamo di fronte: è il Voglia di mare Diving, proprio in faccia al porto e alla sua pratica barca di 12 metri. Quando non è in mare, sulla porta troviamo sempre Marcello Lorenzi, il deus ex machina del centro, che è operativo dal 1998.
La giornata tipo si svolge così. Appuntamento in barca verso le 9 e si mollano gli ormeggi. Un’immersione alla mattina, pranzo a ridosso di qualche caletta, seconda immersione al pomeriggio e rientro verso le 16/17. La barca è molto comoda. Ha 2 compressori che consentono di ricaricare le bombole senza dover spostare l’attrezzatura, panchine ai lati con posto a sedere e propria cesta per un massimo di 24 sub, piattaforma a poppa, ampio sundeck per i momenti di relax al sole. L’attrezzatura rimane in barca per tutto il periodo della vacanza e c’è la ricarica Nitrox a bordo, nonchè la possibilità di frequentare corsi con rilascio di brevetti internazionali.
Marcello Lorenzi, tel. 3394213845
marcello_lorenzi@yahoo.com
Le immersioni
Le immersioni a Marettimo sono tante e per tutti i gusti. La maggior parte sono indicate per subacquei con una certa esperienza vuoi per le quote, vuoi per la corrente spesso presente. Noi, a giugno, abbiamo incontrato condizioni di acqua particolarmente fredda (sul fondo anche 14, 15 gradi) a causa della stagione anomala, caratterizzata da forti piogge ad aprile e maggio. Ecco quelle che abbiamo fatto.
Scoglio esterno di Punta Bassana
Si esce dal porto e si mette la prua verso destra. Tempo una decina di minuti e si è sul posto. Siamo a circa 200 metri dalla costa. La sommità dello scoglio si trova sui 25 metri di quota.
Si scende lungo la catena (una prerogativa di tutte le immersioni con il Voglia di Mare) e appena arrivati in prossimità del fondale si viene avvolti da nuvole di anthias e di castagole. Un branco di saraghi e di occhiate ci fa compagnia per tutta l’immersione. Veniamo attratti dalle gorgonie rosse che tappezzano la parete. Sono tante e di dimensioni notevoli. E poi parazoantus, madrepore, spugne. Tra le pieghe della roccia ecco spuntare le antenne delle aragoste e un paio di murene. Ci dirigiamo verso uno scoglio più piccolo, a poca distanza dal primo; un branco di grossi dentici volteggia alto, sopra il termoclino. La corrente si fa sentire. Giriamo attorno al masso ed è ora di risalire.
La Cattedrale
Un’immersione impegnativa ma di grande fascino. Si scende lungo una cigliata fino a 29 metri, dove si apre una grotta. L’ingresso è molto ampio e la grotta si estende per circa 80 metri, con un’altezza di 8, 10 metri e risale fino alla profondità di 14 metri. E’ un susseguirsi di stalattiti, stalagmiti e colonne incrostate di vari organismi che aggiriamo cercando di non sollevare sospensione. E’ tra le immersioni più belle di Marettimo, anche grazie all’acqua cristallina, che valorizza i giochi di luce presenti.
San Simone 1
Si trova al largo dell’abitato di Marettimo. In pratica, tre pinnacoli offrono un percorso riparato dalla corrente, che è sempre presente. La sommità è sui 23 metri. Le pareti rivolte verso il mare aperto sono ricche di gorgonie rosse, e sono numerosi i gronghi, le murene e le aragoste. Si scende fino a 39 metri, alla base di uno dei pinnacoli, dove spicca un ampio passaggio. Vediamo una grossa mostella e parecchie aragoste. Risalendo, ecco un branco di saraghi e le immancabili castagnole.
Un’immersione davvero bella, con tanto pesce e tanto colore.
San Simone 2
La zona è sempre quella del tuffo precedente Parliamo di una delle più belle immersioni dell’isola. Solita discesa in catena su un fondale di posidonia, a circa 30 metri; poi si scende attraverso un’ampia spaccatura le cui pareti sono tappezzate di paramuricee rosse che proseguono lungo tutta la parete. Suggestivo il contrasto tra i colori delle pareti e il blu del mare.
A un certo punto abbandoniamo l’orlo e ci dirigiamo verso alcuni scogli isolati sulla sabbia, a circa 40 metri, dove spicca un bellissimo ramo giallo di Gerardia savaglia (il falso corallo nero).
Rientriamo attraverso una grotta passante che ci riporta sul versante opposto. Ancora qualche minuto e ritroviamo la sagoma della barca.
Orlata di Cala Martina
Siamo a circa 200 metri dalla costa, lungo una cigliata a 15 metri di quota. L’immersione inizia sulla caduta. La cigliata ha due pareti a formare un angolo. La prima parete cade ripida a 40 metri ed è ricoperta di gorgonie rosse; la seconda degrada dolcemente verso il fondale sabbioso, dove spuntano alcune Pinna nobilis, mentre i vicini scogli sono ricoperti da axinella gialla. Proprio di fronte all’angolo formato dalle due pareti, svetta un enorme masso ricoperto da gorgonie gialle, dalle cui sue fenditure fanno capolino decine di grosse aragoste.
E’ un’immersione abbastanza semplice poiché non c’è quasi mai corrente.
Secca del Cammello
Una decina di minuti di navigazione tenendo l’isola sulla sinistra e si raggiunge la risalita. La prima parte dell’immersione si svolge dai 20 ai 30 metri lungo una parete ricca di paraumicea. Qui vivono aragoste, scorfani e anche alcune cernie che si possono ammirare in acqua libera. Poi arriviamo a un’insenatura dove, a circa 36 metri, si raggiunge una grotta da dove sbucano 2 enormi rami di Gerardia savaglia. Uno scorcio davvero spettacolare anche per l’abbondanza di pesce che volteggia nei paraggi.
Luca Laudati