Quattro immersioni alle Isole Eolie
Una per isola (Lipari, Vulcano, Salina, Stromboli), che regalano emozioni uniche. Pareti che sprofondano nell’abisso, tanto pesce e una moltitudine di vita colorata. Prua sull’Arcipelago delle Eolie…Un angolo di paradiso formato da sette “sorelle”, che emergono poche miglia a nord della costa settentrionale della Sicilia. Figlie del vento, come deriva dal nome attribuito a questo incantevole angolo d’Italia, ma anche e soprattutto figlie del Dio vulcano, in relazione a un’attività sismica tutt’altro che sopita. Prendendo il largo da Milazzo, lungo la costa nord-orientale della Sicilia, la prima isola che si incontra a 12 miglia di distanza è Vulcano, terza isola dell’Arcipelago per dimensioni (21 kmq), che assieme alla vicina Lipari (la più grande, 37, 6 kmq) forma una specie di prolungamento emerso dal mare, in direzione della Sicilia, che si stacca dal cosiddetto “arco eoliano”, costituito da ovest a nord-est dalle isole di Alicudi (5.2 kmq), Filicudi (9.4 kmq), Salina (26,1 kmq), Panarea (3.4 kmq) e Stromboli (12.6 kmq), unitamente ad una serie di altri isolotti, scogli e montagne sommerse. Lipari e Vulcano si guardano a vista, emergono da una gigantesca montagna ortogonale alla costa sicula, al di sopra di un braccio di mare largo poco più di mezzo miglio. Un mare profondo, profondissimo, che già a poche centinaia di metri dalla costa fa registrare batimetrie superiori ai 300-400 metri. Un esempio eclatante ci viene dal fondale di Punta della Castagna, dove poco più di un miglio al largo la profondità è di ben 730 metri. E anche di fronte a Punta Bandiera, nel settore sud-orientale di Vulcano, alla stessa distanza dal fronte costiero la mappa della profondità riporta un numeretto a tre cifre di ben 680 metri.Lipari, oltre ad essere la più grande, è anche la più popolosa dell’arcipelago. La sua cittadella si estende ai piedi dell’imponente rocca del Castello, l’antica acropoli greca, e lungo le insenature, a nord e a sud, di Marina Corta e di Marina Lunga, si intrecciano e si arrampicano le abitazioni. Lo sviluppo geologico è estremamente complesso, nonostante le manifestazioni vulcaniche siano oggi limitate a fenomeni secondari come fumarole, solfatare e sorgenti termali. Oltre il centro di Canneto, verso nord, ai piedi del Monte Pilato, i detriti delle cave di pomice precipitano a mare con una scarpata abbagliante. La polvere bianca crea incredibili sfumature verde chiaro sulla superficie, facendo risaltare le balze di fondale che, come detto, s’inabissano verso mondi inesplorati, dove regna la notte perenne del mare. Siamo arrivati a Punta della Castagna…
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di Carlo Ravenna