Secca di Punta Pennello
Giannutri, un fondale ricchissimo di vita e adatto per immersioni di tutti i livelli che si trova al largo delle propaggini ovest dell’isola. Un posto davvero ricco di pesce (anche pelagico) e caratterizzato da numerose grotticelle e anfratti dove si nascondono astici, aragoste, mostelle e cernie di Carlo Ravenna
“Quando la venere tirrenica emerse dalla spuma delle onde, dal diadema che indossava caddero in mare sette gemme, che diventarono magnifiche isole”.
Cosi, secondo la leggenda, nacque l’Arcipelago toscano: sette isole tra l’Italia e la Corsica incastonate nel blu dell’alto Tirreno, a cui fa da corona una miriade di isolotti e scogli. Ogni isola è un mondo a sé, con il suo carattere, la sua morfologia e la sua storia, e questo piccolo grande mosaico naturale dal 1996 è racchiuso in un Parco Nazionale.
Tra queste gemme, la più meridionale di tutte è Giannutri, meta della bella immersione che andiamo a raccontare in queste pagine. Parliamo della Secca di Punta Pennello, che ci viene descritta da Simone Nicolini e Stefania Mensa, capitani dell’Argentario Divers, situato nel cuore di Porto Ercole, sul promontorio dell’Argentario, a pochi metri dalla banchina.
Da Monte Argentario, per raggiungere Giannutri bisogna mettere la prua verso mezzogiorno e navigare per circa 6 miglia. A una visione a “volo d’uccello” l’isola sembra una falce di luna appoggiata sull’azzurro del mare, originando a est un’ampia baia protetta ai venti di settentrione e ponente. Lunga circa 3 chilometri e larga poco più di 500 metri, presenta un’unica spiaggetta, a Cala Maestra. Il punto più elevato è il Poggio Capel Rosso, a 88 metri sul livello del mare. Giannutri ha una superficie di 260 ettari e uno sviluppo costiero di circa 11 chilometri.
La Secca di Punta Pennello
Punta Pennello rappresenta l’estrema propaggine ovest di Giannutri e forma una lama di roccia che si immerge nell’acqua con un dolce declivio, proseguendo senza salti netti; una caratteristica di Giannutri.
Sotto la superficie si sviluppa un ambiente di frana, anche se le emozioni più grandi le riservano le porzioni di fondale dislocate in mare aperto, a circa 500 metri di distanza, ai margini di un vasto pianoro che si sviluppa dalla punta per circa 800 metri verso ovest, a una profondità di 25, 30 metri. «Una particolarità di questo posto – ci spiega Simone Nicolini -, consiste nella presenza di pesce, che è decisamente più consistente laddove l’area va a lambire la zona di mare protetta». Cominceremo l’immersione ai margini del pianoro, da dove prende forma una cigliata che sprofonda nel blu fino oltre i 65 metri. Anche se il momento migliore per esplorare questa zona ricca di fanerogame resta la notte, ricordiamo che il posidonieto costituisce l’habitat prezioso per un’enorme varietà di specie animali e vegetali, a iniziare dalla Pinna nobilis (qui ce ne sono davvero tante), un mollusco bivalve che, va ricordato, sta attraversando un difficile momento a causa di un protozoo che localmente sta distruggendo intere popolazioni.
Due sono i possibili itinerari da seguire. La scelta più indicata per i sub ricreativi è quella di immergersi puntando in direzione dell’isola del Giglio e raggiungere una parete che ci conduce alla prima grotta, sempre popolata da gamberetti, mostelle, aragoste e spirografi. In questa direzione la cigliata prosegue verso la seconda grotta con grandi accavallamenti di massi ricoperti da gorgonie e spugne incrostanti. Risalendo sul posidonieto che ci conduce nella cala dove abbiamo ormeggiato, ci imbattiamo spesso in un grande branco di barracuda. Diverso morfologicamente è, invece, il secondo percorso che Nicolini ci consiglia e che va verso Punta Ischiaiola, guardando quindi verso mezzogiorno. Pinneggiando seguendo le esperte guide del diving, ci troveremo a costeggiare uno scenografico fondale che si verticalizza a formare una parete fessurata e ricca di colori, qua e là spaccata in vere e proprie grotte e anfratti popolati da aragoste, astici, gamberetti, mostelle, cernie.
La secca di punta pennello è talmente vasta che permette itinerari per tutti i gusti, compresi quelli per i subacquei tecnici e con rebreather. all’estremità ovest troviamo un panettone che rappresenta la propaggine finale della secca; stupendo, va da 45 metri a oltre 90. È pieno di vita; sulla sommità una prateria di lytocarpia e sul fondo corallo nero, antipatella subpinnata. Spesso si incontrano i pesci luna.
Ma non è tutto. la secca è molto particolare anche per la conformazione geologica. Si contano infatti numerose caverne e grotte, di cui 4 conosciute, mappate e catalogate. Molte di queste sono oggetto di studio perché all’interno si trovano delle vere e proprie sorgenti di acqua dolce, che indicano come il livello di falda si trovi a profondità diverse.
La particolarità di questa zona è la massiccia presenza di pesce pelagico in caccia e la possibilità di incontrare organismi che solitamente frequentano batimetriche più profonde: ricci melone, ricci matita, stelle gorgone, Gerardia savaglia, alcionari. Infine 2 chicche. Un branco di barracuda che si lascia avvicinare per nulla intimorito e diverse uova di gattopardi sulle gorgonie.
Qualcosa sull’isola
Giannutri fa parte del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e per preservarne la bellezza e l’anima selvaggia è stata dichiarata Parco Marino ed è quindi particolarmente protetta e controllata dalle autorità. Nella Zone 1 fino a un chilometro dalla costa è vietata la pesca, la navigazione, l’accesso, la sosta, l’ancoraggio e l’immersione. Mentre nella Zone 2 la pesca è regolamentata dall’Ente Parco. Ai residenti è consentita la pesca sportiva con la canna e la lenza, mentre per i non residenti è necessaria l’autorizzazione dell’autorità marittima.
Per gli amanti del trekking, l’unica parte di sentiero che attraversa l’isola a essere liberamente percorribile è quella da Cala Spalmatoio a Cala Maestra, mentre per tutte le altre occorre venir accompagnati da una guida escursionistica. Boschi di leccio nelle porzioni settentrionali ed esplosioni lungo la costa di rigogliose macchie a ginepro fenicio, erica multiflora e pino d’Aleppo caratterizzano il panorama.
Dal punto di vista faunistico Giannutri è chiamata “l’isola dei gabbiani” per una folta colonia di gabbiani reali stabilmente presenti, ma inizia a farsi vedere con più frequenza anche il gabbiano corso, riconoscibile per il becco rosso e le zampe scure. Molti altri uccelli, tra cui il falco pellegrino, che vive sulle basse falesie dell’isola, berte maggiori e minori e miriadi di uccelli colorati passano da queste parti soprattutto durante le migrazioni.
Ma certamente le meraviglie dell’isola non finiscono qui. La villa romana di epoca imperiale a Cala Maestra, ad esempio, costruita tra il primo e il secondo secolo dopo Cristo, della quale restano ben conservate le colonne e il porto romano a Cala Maestra, meritano senz’altro una visita.
Immersioni per tutti i gusti
Attorno a Giannutri i fondali sono davvero vari e ricchi di vita, dando modio di organizzare ogni genere di immersione.
Partendo da Punta Secca, che confina con la riserva marina integrale, incontriamo, dopo pochi metri, una parete coloratissima che scende fino a circa 50 metri. Passiamo accanto a gorgonie che formano veri e propri boschi tra nuvole di anthias, mentre gronghi e murene si nascondono nelle. A Punta San Francesco esplode ancora il coralligeno mediterraneo, che del resto è una costante di questi fondali.
Affascinanti anche i tuffi a Punta Scirocco, Cala Ischiaiola, Punta Scaletta, Cala dei Piemontesi. E sempre suggestivi i relitti dell’Anna Bianca, del Marsala e del Nasim II, con il suo carico di autovetture ormai appartenenti al mare.
Per le immersioni tecniche ci si affida sempre alla professionalità e alle conoscenze dell’Argentario Divers, che in anni e anni di lavoro ha individuato e “marcato” il meglio che si possa incontrare da queste parti. Da non perdere è la Secca di Zi Costante. Costituita da pinnacoli ed enormi scogli, seguiti da una parete che si estende per circa 300 metri, ha le formazioni rocciose che salgono da 80, 90 metri fino a 54. Un posto spazzato da correnti spesso impetuose che creano i presupposti per una ricchezza di vita senza eguali.
Chiacchierando con Simone Nicolini…
Simone, abbiamo parlato del fondale di Punta Pennello. Ma per te che ne conosci ogni sasso, cosa rappresenta questo grande complesso di rocce sommerse?
L’esplorazione è sicuramente la parte che piu mi entusiasma della secca che, essendo molto estesa, si presta alle immersioni esplorative. Ogni volta che ci andiamo troviamo sempre qualcosa di nuovo: sorgenti di acqua dolce, carrelli di vecchie mine della seconda guerra mondiale, reperti archeologici, oppure semplici curiosità biologiche. Ad esempio, abbiamo trovato molto interessante la riproduzione del krill mediterraneo all’interno delle praterie di lytocarpia che popolano la parte ovest della secca.
Ogni anno il vostro centro è frequentato da migliaia di subacquei, dai ricreativi ai tech diver più esigenti. E’ chiaro che questo è il risultato di una organizzazione meticolosa. Ma qual è la chiave del successo?
La passione per la subacquea in tutti i suoi aspetti. Siamo curiosi per natura, perciò ci piace la nostra attivita a 360 gradi. E il nostro staff ci rispecchia! Dallo snorkeling alla fotografia, ai rebreather siamo sempre in movimento e in attività per trovare qualche spunto nuovo!».
I programmi dell’Argentario Divers
La spettacolare conformazione costiera di quest’area marina ha consentito ai titolari del diving, i super tech diver Simone Nicolini e Stefania Mensa, di mettere a punto (dal lontano 2006) una scelta di oltre 50 itinerari per ogni livello di esperienza: relitti, franate, pareti, secche. Da sottolineare che è l’unico centro istruttori Utd in Italia. E rilascia certificazioni dal livello base a tutte le specialità: dall’Essenzial to tech, porta d’ingresso alla subacquea tecnica, al trimix, Rebreather, Scooter e Side Mount.
Per ogni tuffo il diving offre il supporto logistico e tecnico completo: se si vuole esplorare la fascia di profondità entro i 60 metri, viene utilizzato un trimix 21/35, oppure un 18/45. Per spingersi più giù, a cercare i giardini sommersi dominati dagli altrove rari Astrospartus e dal corallo nero, la scelta sarà indirizzata su un trimix 15/55, oppure un 12/60. Per venire a conatto con i pesci più prestigiosi ed elusivi, ci vuole invece il rebreather, che non fa bolle e quindi non crea disturbo.
Tutti i punti d’immersione sono raggiungibili velocemente grazie a imbarcazioni pensate per offrire un servizio Full day, oppure per le immersioni singole e le immersioni tecniche a Giannutri e al Giglio con pranzo a bordo e open bar. La regina è l’ormai famosa Abracabra, un’imbarcazione- veloce e spaziosa, lunga 17 metri con 2 motori Iveco da 500 cavalli, cucina con dinette-prendisole, zona riscaldata per l’inverno, bagno con doccia e molti altri accorgimenti per rendere indimenticabili le giornate in mare per sub e accompagnatori. Poi ci sono due gommoni, da 8.50 e da 7.5 metri. Il primo studiato per mini full day, entrambi per immersioni singole e immersioni tecniche.
Date queste premesse, è davvero imperdibile la Settimana Blu da 5 full day alle isole di Giannutri, Giglio e lungo la costa dell’Argentario con colazione, snack, pranzo a bordo e open bar. Cinque pernottamenti in appartamento con uso cucina e biancheria, aria condizionata e parcheggio riservato. Il pacchetto include: bombole, zavorra e guida. Sta poi piacendo molto la formula Full Tramonto, cioè un’immersione pomeridiana, aperitivo al tramonto, notturna e cena sotto le stelle! Altra chicca il Perfect Day, una nuova iniziativa che unisce il “Battesimo del Mare”, l’esperienza della prima immersione, a una rilassante giornata di barca e snorkeling. Ma tante altre idee bollono in pentola!
Argentario Divers
Lungomare Andrea Doria 103 –
58019 Porto Ercole Monte
Argentario (GR) – Italy
Stefania +39 339 1376411
Simone +39 339 6913347
info@argentariodivers.it