Shark dive expedition – Viaggio nel mondo degli squali
Sudafrica, area marina protetta di Aliwal Shoal, poche decine di chilometri da Durban: una zona che si estende per 18,3 chilometri(11 miglia) lungo la costa, partendo dalla foce del fiume Mkomazifino alla foce del fiume Mzimayi; per una distanza di circa 7 chilometri (4 miglia) dalla linea di costa e che comprende un’area di controllo e due zone limitate in cui non è consentita l’attività di pesca. Parliamo di un posto esposto a forti venti, che ne determinano un’altezza media dell’onda di circa due metri e mezzo durante tutto l’anno. Ed è uno dei più importanti siti di accoppiamento e riproduzione degli squali, in particolar modo della specie nota come Raggie (Carcharias taurus), nota anche come squalo toro. Questo, così come lo squalo pinna nera (Carcharhinus melanopterus) sono a rischio di estinzione. Infatti sono minacciati dalla pesca per il taglio delle pinne da servire nelle cucine asiatiche, cinesi in particolar modo. Uno degli scopi di questa spedizione è quello di documentare le ferite, tipiche dell’attività di pesca, che questi stupendi abitanti del mare portano, indelebilmente, sul loro corpo, mutilandoli in maniera permanente. Walter Bernardis, italiano nato in Sudafrica, è stato, insieme con il cugino della moglie, il primo ad immergersi con questi squali e con lo squalo tigre (Galeocerdo cuvier) nel loro ambiente naturale e senza alcun tipo di protezione..
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