Socorro e le sue mante giganti
4 isole sperdute nell’est del Pacifico, poco più che scogli a svettare dagli abissi attorno ai quali pullula la vita. Squali, branchi di carangidi, tonni e, soprattutto, le mante giganti rendono indimenticabile un tuffo in queste acque di Silvia Serra
Una crociera nell’arcipelago di Revillagigedo o, più semplicemente, Socorro, dovrebbe essere una meta “obbligatoria” per tutti coloro che desiderano immergersi in uno dei luoghi più incantevoli e selvaggi rimasti sul nostro pianeta. Un gruppo di isole dalle coste frastagliate plasmate dal vento e caratterizzate da rocce nere di origine vulcanica o bianche pennellate di pietra pomice, ma non è nulla rispetto a quello che si può vedere sott’acqua.
Fondali incredibili nel bel mezzo del Pacifico, montagne che emergono dagli abissi richiamando i grossi pelagici a caccia di mangianza. Ma non solo. Gruppi di squali martello, di squali tigre, delfini, squali seta, squali Galapagos, nuvole di carangidi e di barracuda, tonni, wahoo, squali balena e, naturalmente, le mante sono una costante di queste acque.
Anche le megattere incrociano da queste parti durante i mesi invernali (da gennaio ad aprile), mentre maggio e giugno è la stagione dei tonni e dei gruppi di “pesci esca” che foraggiano i grossi pelagici.
La crociera subacquea inizia bordo del Motor yacht Bella Amie, del Nautilus Explorer, che garantisce tutti i comfort e la sicurezza che in una crociera non devono ai mancare.
Partenza da Capo San Lucas, in Messico e circa 24 ore di navigazione per raggiungere questo remoto arcipelago formato da 4 isole vulcaniche e disabitate (a parte la base navale messicana a Socorro) nell’est del Pacifico.
San Benedicto è l’isola più vicina alla terraferma, Socorro si trova a 22 miglia nautiche a sud e a ovest c’è la famosa Roca Partida, mentre Clarion è l’isola più lontana.
Nel sedicesimo secolo gli esploratori messicani si spinsero fino in queste acque in cerca di oro e nel 1971 le isole Revillagigedo furono proclamate territorio messicano dalla loro costituzione diventando, come molte isole dell’est Pacifico, una meta per le ricerche scientifiche.
Per i subacquei, “The Boiler”, una montagna marina e un vero e proprio santuario è il regno per incontrare le mante oceaniche. Non è un’utopia, ma la certezza di vivere un’esperienza spettacolare. Dopo parecchie immersioni posso tranquillamente confermare che la particolarità di queste acque è la possibilità di ivedere le mante giganti più amichevoli del mondo, che interagiscono con noi esseri umani.
Si possono incontrare a Socorro e sono le più grandi della loro specie e le creature più maestose dell’oceano. Nuotano muovendo le pinne pettorali a forma di ali, che mediamente misurano 5 o 6 metri ma che possono raggiungere un’apertura anche di 7. E può succedere che si avvicinino fino a meno di un metro, ti guardino e poi scivolino via al tuo fianco.
La mia prima immersione iniziò all’alba. Ancora assonnata scrutavo il blu quando all’improvviso una forma enorme si profilò davanti a me. Non avevo dubbi, era una manta oceanica, che con un batter d’ali mi stava venendo incontro. Non sono una grande fotografa ma cercai di “cogliere l’attimo” mentre l’animale rallentò fermandosi di fronte per poi alzarsi lentamente mostrandomi il ventre di un raffinato disegno bianco e nero. La gravità esercitata dalla sua mole mi attrasse a sé e istintivamente iniziai a danzare insieme a lei; sembrava che le piacesse avvicinarsi, girare e guardarmi negli occhi. Un momento surreale che mi tolse il respiro!
Nelle immersioni successive ripetutamente vedemmo le mante danzare sopra le nostre teste per godersi la piacevole sensazione delle bolle, come se venissero a farsi un idromassaggio. La stessa esperienza l’ho vissuta tante volte alle Maldive, dove l’incontro con questi animali mante è quasi garantito in tutto l’arco dell’anno. Addirittura in certi punti si avvistano centinaia di esemplari tutti insieme.
Le Mobula Alfredi, meglio conosciute come mante di barriera, sono esemplari più piccoli, ma presenti solitamente in numero maggiore, sembra che alle Maldive ce ne siano circa 5.000. La specie che s’incontra alle isole Revillagigedo è invece la Mobula birostris, detta anche manta gigante o oceanica, che può raggiungere i 1.300 chili di peso e vivere fino a 60 anni.
Queste mante sono più curiose di quelle che si incontrano altrove; sembra proprio abbiano uno sguardo magnetico. Inoltre, un’altra ragione che li rende uniche è che da queste parti le mante vengono pulite da una specie endemica di pesce angelo (Holacanthus clarionensis), un contrasto eccezionale di colori per chi è appassionato di fotografia.
Bisogna sapere che mante oceaniche hanno il cervello più grande di ogni altro pesce; gli scienziati pensano che si sia evoluto a tal punto che le loro capacità cognitive consentano un comportamento sociale altamente avanzato. Incontyrandole, sembrava che ogni singolo esemplare avesse una propria distinta personalità. Alcune nuotavano verso di noi, s’innalzavano all’improvviso e ci passavano di fianco, mentre altre si avvicinavano di proposito, adeguando la loro profondità alla nostra posizione.
A rendere questo viaggio ancora più “mistico” ci pensano le popolazioni di delfini dal naso a bottiglia, che hanno imparato a imitare il comportamento delle mante giganti avvicinandosi ai subacquei e interagendo con loro proprio come fanno le mante!
Anche gli avvistamenti di squali sono spettacolari all’isola di Socorro. Roca Partida è sicuramente il luogo migliore per incontrare i grossi pelagici di Revillagigedo nonostante ci siano molteplici siti intorno a San Benedicto e all’isola di Socorro. Con il Nautilus Belle Amie servono circa 8 ore di navigazione per raggiungere l’isola, che è nulla più di uno scoglio che emerge da una profondità di 3.000 metri in mezzo all’oceano ed è una zona di “sosta” per gli squali seta, i tonni, i wahoo e gli sciami di squali martello.
Lungo le coste est, a 25 metri di profondità, c’è il “condominio degli squali’, dove vive una dozzina di squali pinna bianca. Le fenditure erose della parete ospitano dagli 8 ai 12 squali, che sono facilmente avvicinabili. Gruppi numerosi di Creolefish (Paranthias colonus) e di carangidi si aggirano intorno alla roccia.
Sono poi frequenti gli squali delle Galapagos, gli squali seta,i martello e i longimano, mentre i balena vengono avvistati solitamente all’inizio e alla fine della stagione. Una popolazione di 1200 megattere si sposta nelle acque dell’isola in gennaio e ci sono ottime probabilità di incontrare questi imponenti giganti. A riguardo, una guida della Belle Amie mi spiegava che si possono anche sentire cantare attraverso lo scafo della barca, di notte, dalle proprie cabine; peccato non aver vissuto questa esperienza!
Sciami di squali martello, invece, si presentano in qualsiasi periodo, ma i mesi più indicati vanno da aprile a giugno.
A Guadalupe a caccia del bianco
Mi soffermo a pensare a questa bellissima crociera, rivivendo quel meraviglioso incantesimo. E anche se la navigazione per raggiungere questo paradiso è lunga e impegnativa, il mio pensiero è quello di ritornarci il prima possibile, anche se darò la priorità all’incontro con lo squalo bianco a Guadalupe.
Potendo organizzare questa spedizione sempre a bordo di una delle barche del Nautilus Explorer, non ho perso tempo per farmi raccontare quello che mi aspetterà. Mi hanno spiegato che il modo migliore per osservare i bianchi sia interagire con loro in modo naturale, dalle gabbie a due piani.
Quando le condizioni lo permettono è possibile uscire da dietro le sbarre e salire sul piano superiore della gabbia, dove solamente una ringhiera ti separa da quegli incredibili predatori. Lo staff sarà sempre nella gabbia assieme ai subacquei per facilitare gli avvistamenti e per garantire la sicurezza!
Ci sarà la possibilità di immergersi in 4 diverse gabbie, a varie profondità, scegliendo il punto di vista migliore per osservare gli squali da vicino. Sto già facendo la valigia…
Cosa dice la scienza
Le mante di Socorro sono da anni oggetto di ricerca da parte degli scienziati del Manta Trust, Ong inglese dedicata alla conservazione di mante e mobule. I ricercatori hanno identificato oltre 700 individui residenti dell’arcipelago e, proprio a Socorro, hanno svelato un aspetto nuovo ed estremamente importante relativo all’ecologia delle mante oceaniche.
Grazie all’utilizzo di marcamenti satellitari, i ricercatori hanno infatti scoperto che questi giganti, che si pensava fossero grandi viaggiatori, hanno in realtà un habitat relativamente ristretto e sono residenti stabili dell’arcipelago. Questa scoperta ha avuto ripercussioni importanti sulle strategie di conservazione ed è stata la chiave nell’assegnazione di status di patrimonio mondiale delle Revillagigedo da parte dell’Unesco nel 2016 e di parco nazionale marino nel 2017.
Con chi andare
Albatros Top Boat Diving Tour Operator
Tel. 0323505220 – 3356773164