Squale, tempo da professionisti
La nota marca di orologi è da anni ai vertici del mercato grazie a modelli estremamente affidabili e precisi ma che non costano un “occhio della testa”. Ne abbiamo parlato con l’amministratore, Massimo Maggi, che ci ha raccontato cosa bolle in pentola per il futuro.
Ho incontrato MassimoMaggi per la prima volta nell’estate di un anno fa, quando insieme con un altro amico stavamo progettando la spedizione sul relitto dello JU-88, a Gallipoli. Cercavamo uno sponsor per dare una maggior importanza all’ immagine della spedizione, una famosa casa che credesse nel nostro progetto, e che ci appoggiasse. La scelta è caduta sulla Squale, la famosa casa costruttrice di orologi subacquei. La grande tradizione svizzera per l’orologeria di precisione, unita alla passione per il mare e per le immersioni subacquee, sono stati i due elementi che hanno portato C. Von Büren, agli inizi degli anni ’50, ad occuparsi esclusivamente della costruzione di orologi professionali da sub. Non per niente, la storia dei record è costellata dalle sponsorizzazioni della Squale. Basta ricordare i record di Maiorca e di Majol degli anni Sessanta e Settanta e la loro incredibile corsa verso l’abisso. E ancora la fornitura militare ai reparti subacquei e di pronto intervento. Insomma, Squale da decenni è diventato sinonimo di qualità e un punto di rifermento dell’orologeria subacquea a livello mondiale. Sono ormai molti i sommozzatori professionisti che si immergono per lavoro e che si affidano al tempo scandito dalle lancette di questo orologio. Ecco perchè pensai che poteva essere il binomio giusto. Mi recai presso la sede milanese e incontrai Massimo Maggi, manager della Squale Italia. Subito ci fu la giusta empatia e i sogni di ricerca sul relitto sono stati capiti e apprezzati in pieno. Mentre parlavo a Massimo del relitto, vedevo i suoi occhi che sorridevano felici, gli occhi di chi sogna e ama avventure di mare. Avevo trovato lo sponsor giusto per la nostra missione. Ritrovo Massimo durante alcune serate organizzate dai circoli subacquei, durante le quali raccontiamo di relitti e nasce l’idea di un’intervista, per raccontare ai nostri lettori chi è la Squale.
Dicci qualcosa su di te e delle tue esperienze lavorative
Ho iniziato a lavorare nel 1979 come rappresentante per un’importante marca di orologi per il mercato italiano; sono rimasto in azienda fino al 1984 quando, a livello famigliare, abbiamo aperto la società Squale srl e ho ricoperto personalmente il ruolo di amministratore. Da ragazzo, essendo “figlio d’arte”, mio padre faceva l’orologiaio, maturai diverse esperienze in Italia e in Svizzera. Poi, tramite C. Von Büren, il creatore del marchio Squale, entrai alla Eta, che ancora oggi è la più grande fabbrica di movimenti meccanici del mondo.
Veniamo alla Squale. Raccontaci com’è nata
La Squale di Milano è nata perché ebbi l’opportunità di rilevare il marchio che la famiglia Von Büren non era più interessata a gestire, e soprattutto per motivi di età dei vecchi proprietari. Noi corrispondevamo a un loro ideale di “continuazione del marchio”, assicurandogli di non sconvolgere il design della casa e di mantenere intatta l’affidabilità conosciuta e conquistata sin dal 1946.
Quali sono gli elementi distintivi di Squale?
I nostri orologi sono distinguibili perché abbiamo a catalogo modelli professionali in acciaio senza arrivare a costi esorbitanti.
Come interpreti l’orologio “tipo” della Squale per il subacqueo? Che modello suggeriresti ai nostri lettori e perché?
Il modello che consiglio a tutti, da tenere in collezione, è il Professional 500 metri, tutto in acciaio, con ghiera e quadrante nero o con quadrante blu. Un vero carro armato o, meglio, un sommergibile, da tenere al polso in ogni situazione. Realizzato in acciaio inossidabile 316L, ha un diametro di 42 millimetri ed una lunghezza totale di 48, mentre le anse sono pronunciate ma piuttosto curve per far si che al polso possa aderire perfettamente, senza dare fastidio, con la corona di messa a punto posizionata sulle ore quattro.
Puoi darci qualche anticipazione sui nuovi modelli che state lanciando?
Per settembre usciremo con un nuovo modello Gmt con la cassa in acciaio lucido da 39 millimetri di diametro. Si chiama Giramondo e ha la ghiera girevole rosso bordeaux e il quadrante blu navy. Gmt si intende “Greenwitch Mean Time”. Questo punto rappresenta lo “Zero” sulla scala 24 ore di fuso degli orari internazionali. Greenwich è in Inghilterra e da lì gli altri fusi sono più o meno rispetto al Gnt. Gli orologi che portano questo nome sono elaborati in modo che i viaggiatori siano in grado di sapere l’orario nel luogo di partenza e l’orario nel luogo di arrivo durante gli spostamenti all’ interno dei continenti.
Massimo, ci puoi raccontare se “qualcosa di nuovo bolle in pentola”?
Certo, posso dirvi che presto uscirà la nuova versione Tiger, con una cassa molto simile all’ attuale e con le stesse caratteristiche, per confermare il successo dai trent’ anni dalla sua creazione. Poi, faremo un altro orologio tecnico per le forze speciali, sulla falsa riga di quelli realizzati in esclusiva per i sommozzatori di La Spezia (con la piovra sul quadrante) e per la Forestale.